- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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domenica 25 maggio 2008

Torno

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Non ti ho mai detto addio,
piccola terra antica
posta a chiuder del Lario
con la tua verde punta
il primo, azzurro tratto,
Torno, con i tuoi giardini.
Non ti ho mai detto addio
e più non dimentico
quel tuo minuto approdo
al romantico lago.

Non ti ho mai detto addio,
Torno, dove ho vissuto
soltanto anni felici,
il tempo di una vita
ch’è lontana negli anni
ma presente nel cuore.
Non ti ho mai detto addio,
Torno, aggrappato al monte
che scende verso l’onde
vivo per le tue case
seminate nel verde.

Torno, col San Giovanni
dal portale solenne
nella piazzetta ombrosa,
con i vicoli antichi
dai gradoni sassosi,
che risuonan con l’eco
tra le vetuste case
dell’andar del passante.
Io non ti dirò addio,
Torno, mio borgo amato,
perché voglio tornare

innanzi che sia tardi.


da Emilio Montorfano - (Milano)
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martedì 20 maggio 2008

Malìa

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Mi sono calato nell’ombra
fin nella spiaggetta deserta.
da poco, l’antica campana
ha battuto l’ultimo tòcco
e scorgo, di là delle cime
dell’opposta sponda del lago,
corrusco il bagliore d’incendio
dell’ultimo sole al declino.

Intanto, s’attenua la luce:
piano, in basso, sull’altra riva,
si va incupendo la montagna
con dossi color d’amaranto
trapunti dal brillar di faci.
discesi i consunti gradoni
della lunga scala petrosa,
io ritrovo i noti recessi
che mi hanno visto bambino
e ancora provo a ripetere
i gesti dei giochi d’un tempo,
tuffando la mano nell’acqua,
sentendo le viscide pietre
arrotondate e levigate
dallo sciabordare dell’onda.

Allora la schiuma perlata
mi parla con voci d’allora,
a me tanto care e perdute,
mi fa sovvenir di carezze
dissolte in passate stagioni,
mi fa percepire il concerto
d’un lieve fiottar di parole,
d’un tenue discorso pacato
che sento senza distinguere
nel piano stormire dei rami
per un fiato dolce di vento
e per l’acqua scura che parla
con la sua favella incompresa.
Poi, turbato fin nel profondo,
risalgo la scala di pietra,
uscendo fuori dall’incanto
e, gradino dopo gradino,
raggiungo la vita di sempre
perdendo per ogni gradino
un poco di quella malìa.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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venerdì 16 maggio 2008

Vecchio lampione

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Calata la luce diurna,
la bella natura
s'appresta ad un sonno sereno.
Un vecchio lampione
l'ammira dall'alto
e gode ogni sera
di un differente tramonto.
Non è inanimata creatura
ha un cuore che pulsa
nel ferro e nel vetro consunto.

Da anni contempla
lo scorcio di lago
e veglia quel sonno
con luce soffusa
donando dei sogni felici
ai monti e allo spicchio cielo
ch'è tutto il suo mondo.

da Antonia Migliaresi - (Silvi Marina - TE)

n.d.r.:
Antonia Migliaresi è l'autrice del recentissimo, peculiare ed amabile diario: "
Siamo tutti capitani - diario di emozioni lariane
"
(Vitale Edizioni - aprile 2008) - in lettura del quale è possibile ritrovare e scoprire la descrizione dettagliata di angoli incantati e caratteristici personaggi del Lario. Ulteriori informazioni, visitando il blog dell'autrice: http://amoillario.blog.tiscali.it
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Il mio lago

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Quando ritorno al mio lago
e vedo le coste verdi
e i borghi ridenti
e le onde sempre uguali
sembra che il tempo
non sia passato mai.

Eppure tutti i miei
le mie origini
e coloro che erano con me
sono nella terra,
in quella terra mia,
senza più occhi per vedere
e bocche per parlare.
Ma sono una folla
dentro il cuore mio.
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da Emilio Montorfano - (Milano)

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mercoledì 14 maggio 2008

Freguj - (Briciole)

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("Lucia", la tipica imbarcazione lariana)
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Freguj de luna a moeui su l'acqua scura
che la barbotta quieta adree a la riva
un sò discors a la rizzada dura
con ona vos gentil e suggestiva.

Freguj de stell in di tò oeucc stasera
come scintill negaa in acqua ciara
che tripillen d'ona passion sincera
come cord carezzaa d'ona ghitara.

Freguj de vita, nun, sperduu in 'sto mond,
che, per on attim, par ch'el dorma e el tas.
Intant la barca stracca sora i ond
la continoa ninnass in santa pas.

Briciole di luna a mollo sopra l'acqua scura / che sussurra quieta lungo la riva / un suo discorso all'acciottolato duro /con una voce gentile e suggestiva. / Briciole di stelle dentro i tuoi occhi stasera / come scintille immerse in acqua limpida /che fremono d'una passione sincera /come corde accarezzate d'una chitarra. /Briciole di vita, noi, spersi in questo mondo, /che, per un momento, sembra che dorma e tace. / Intanto, la barca stanca sopra le onde /continua a cullarsi in santa pace.
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da Emilio Montorfano - (Milano)

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martedì 13 maggio 2008

Passegiada in riva al lagh


Cont el scur de la sera,
senti, intant che cammini,
l’odor umid del praa
quattaa de foeuj bagnaa.

Cammini pian su l’erba,
che l’è visina al lagh,
e lassi còrr la ment
dree ai figur de nebbia
che me ballen intorna
al saguaccià de l’onda
tra i rizzoeu de la riva.

In on canton del ciel,
vedi on fettin de luna,
che ogni tant el spariss
in di strasc de scighera.

Denter de mi gh’è on voeuj
che pian, surbii, impienissi
cont el penser di gropp
de fa e desfà doman.

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Nell’oscurità della sera, / sento, mentre cammino, / l’odore umido del prato / coperto di foglie bagnate. / Cammino piano sull’erba, / che è vicina al lago, / e lascio correre la mente / dietro le sagome di nebbia, / che mi danzano intorno / allo sciabordìo dell’onda / tra i ciottoli della riva. / In un angolo del cielo, / vedo una fettina di luna, / che, di tanto in tanto, scompare / tra stracci di bruma. / Dentro me c’è un vuoto, / che piano, assorto, riempio / con il pensiero del nodi / che dovrò fare e disfare domani.

da Emilio Montorfano - (Milano)

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Como

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Fra antichi palazzi
stuprati dai graffiti,
mi insinuo nel cuore urbano
di una città mossa dal lago.
Uno specchio
sorpreso a trasparire
occhi turisti,
stranieri infiltrati,
infilati nel sacco della eterogeneità.
Occhi vissuti, barboni,
che da una panchina ferma nel tempo
defluiscono via.
Dal traffico
logorante,
stressante,
quotidiano,
di una città in movimento.

da Miriam Ballerini - (Appiano Gentile - CO)

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giovedì 8 maggio 2008

Festa della Mamma

Esulando per una volta dalle consuete tematiche lariane, dedichiamo a questo giorno particolare un toccante componimento in vernacolo di Emilio Montorfano

fotomontaggio, dall'opera di Umberto Boccioni "Mia Madre"
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- Mamma Assunta -

Te'l seet, màmma, tutt me disen
che adess te seet tranquilla,
che, cont el sarà sù i oeucc,
t'hee finii cont el patì.
Senti poeu che tutt me cunten
che in dove te seet adess
te steet ben, te seet contenta,
te me voeuret anmò ben.
Disen, màmma, che doman
tornaremm a rivedess
per stà insèma e voress ben
per l'intrega eternitaa.
Ma te disi, cara màmma,
che l'amor che cerchi mì
l'è on amor cald e terren
come te me 'l davet tì.
Mì el soo nò come 'l sarà
quest'amor de l'aldelà,
soo domà che mì gh'hoo pù
i carezz de la toa man,
senti pù quella toa vos
che gh'avevi in del mè coeur
fin dal temp che seri in cuna.
La toa casa adess l'è voeuja,
on silenzi senza fin
l'intristiss i tò dò stanz
e i tò ròbb, anmò al sò post,
paren lì tutt a spetatt.
Ma oramai te tornet pù
e l'amor che te m'hee daa,
quell che a mì me scalda el coeur,
l'è finii, l'è 'ndaa con tì.


da Emilio Montorfano
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mercoledì 7 maggio 2008

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Ringraziamo "LA FUCINA" - Associazione di promozione culturale e sociale con sede ad Uggiate Trevano - per la pubblicazione in data odierna di una recensione dedicata a "comoinpoesia" ed a "larioinpoesia" .
La recensione è visibile sul blog dell'Associazione, alla pagina:

http://www.lafucinacomo.org/2008/05/05/comoinpoesia-e-larioinpoesia
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sabato 3 maggio 2008

Alba sul Lario

(foto: Antonia dipinge, sulle rive del Lario)
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Il rosso vermiglio
di un'alba infuocata
è passione del Lario
che s'appresta al nuovo giorno.

Striature intense di giallo
s'affacciano all'orizzonte
variegando il cielo:
il sole s'annuncia
con raggi fluorescenti.

La prima luce
definisce i contorni dei monti
proiettando nell'acqua
riflessi viola
di nuvole minacciose.

Dall'alto di Griante
la Chiesa di San Martino
aggiunge una pennellata d'antico
al surreale dipinto.

Sui monti, alberi spogli
come scheletri in preghiera,
danno un tocco di mistero
a quest'alba incandescente.

da Antonia Migliaresi - (Silvi Marina - TE)

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