- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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martedì 28 aprile 2009

(il lago e la goccia)

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fotografia: Franco A. Cavalleri



ho un lago che dal centro del mio cuore
espande le sue acque verso i tratti
che giungono da te con la frequenza
che a volte mi riempie e a volte no
ma sempre è quella goccia che disseta
placando quella sete dolorosa
che appare tra i deserti più infiniti
eppure quella stilla d’acqua dolce
scatena l’esplosione sorprendente
così che dalla sabbia più opprimente
colori e fiori e odori sottopelle
sprigionano l’amore che possente
si riconosce infine in ogni goccia

da Francesco Sicilia - (Agropoli-SA)
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giovedì 23 aprile 2009

Montevecchia

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(www.montevecchia.it)


Cammini casuali sulla collina tu vai oltre alla cima
Gradini piatti
Mentre guardi al contrario sembra un tempio
Non sai cosa aspettarti
Non sai non è come la città vecchia di Bergamo
Luci Paesaggi Atmosfera Silenzio
Ciottoli Archi Buio... è buio è tardi
La Notte
“Vieni qui, ti porto in un posto, è una sorpresa”
Le luci si arrossano
Alberi Rami Pietre
Quale direzione
Cancello Gente Voci
Manca il fiato
Va avanti, sali le scale, vedi ti aspetto
Vedrai l’aria che si fa più profonda
Vedrai il cuore che batte
Vedrai la strada è così lontana adesso
Le ruote sono lontane, dammi il braccio
Il vento fa eco
Remoti luoghi sconosciuti intimi
“Vieni qui, vorrei rimanere qui stanotte”
Giacere Osservare Sentire
Respirare Pensare Gioire
Abbracciarsi l’un l’altro
Il mondo è così lontano adesso
Sembra che il mare non sia mai esistito
Caldo Sole Umido solo sensazioni vaghe
E tu sei eterno
La tua presenza invade l’aria
È tardi
Il campanile alto nella valle che segue
Siamo a Montevecchia
Il mondo potrebbe persino fermarsi
Ci son mani che si toccano
Ci son visi che si stanno conoscendo
È il momento
È l’ora
È il pensiero
“Sarà utile un giorno quando mancheremo l’uno all’altro”

da Eleonora Matarrese - (Lecco)


La composizione di questi versi
è stata inizialmente concepita in lingua inglese
,
così come è possibile leggere qui:


Random paths on the hill you go forth to the top
Flat stairs
While looking upside down it seems a temple
You don't know what to expect
You don't know it's not like Bergamo old burgh
Lights Landscapes Atmosphere Silence
Pebbles Arches Dark... it's dark it's late
The Night
'Come here, I'll take you on a place, it's a surprise'
Lights are reddened
Trees Branches Stones
What direction
Gate People Voices
Breath missing
Go on, go upstairs, I'm waiting you see
You'll see air deepening
You'll see heart beating
You'll see the road is so far now
Wheels are far now, give me your arm
Wind is echoing
Remote places unknown intimate
'Come here, I'd stay here tonight'
Lying Watching Feeling
Breathing Thinking Enjoying
Hugging each other
The world is so far now
It seems sea never existed
Heat Sun Wet only vague sensations
And you are everlasting
Your presence invading the air
It's late
The churchbell is high on the following valley
We are in Montevecchia
The world can even stop
There are hands touching
There are faces knowing
It's the time
It's the hour
It's the thought
'It's to be useful one day when we'll miss each other'


(Eleonora Matarrese) - (Lecco)
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Il borgo di Brienno

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"Brienno", acquarello di Nicola Guarisco


Terrazza di un ristorante
in un meriggio d’aprile
per desinare all’aperto.
proprio sul bordo del lago.
Un raggio bianco di sole
disegna sulla tovaglia
ombre di rami e di foglie
e un bel cielo cilestrino
è delicato, lontano
sui monti ancora screziati
da chiazze chiare di neve.
Sotto di me, due germani
galleggiano sull’acqua quieta
fluttuando senza nuotare.
in un quadro familiare
che da sempre ho nella mente
E ogni volta che lo lascio
per guardarmi intorno altrove
nel cercare spazi nuovi
e cammino lungo i monti
presso la costa del lago
quasi per trovar qualcosa
che possa apparirmi nuovo,
sento che non sto arrivando
ma che, invece, il mio è un ritorno.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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giovedì 16 aprile 2009

Il pontile

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Siedo vicino al pontile
di grossi tronchi di legno
dipinti d’un color bianco
della caletta di Torno,
dove piccoli germani
navigano tra le barche
che beccheggiano ormeggiate
ai gradoni consumati
dalle ondine quiete e chiare
dell’acqua bassa e trafitta
dai raggi caldi del sole,
che ci lascia intravvedere
piccoli pesci guizzare.
Sull’altra sponda del lago,
Moltrasio splende di luce
e qui, intorno al porticciolo,
guardo il portichetto ombroso,
i tavolini all’aperto
del bar con vasi di verde,
l’antica chiesa severa,
il piazzale e i suoi vicoli
e sento una stretta al cuore
perché adesso più non vedo
presso quelle amate rive
sorridermi e passeggiare
quelle mie persone amate
che ora non ci sono più.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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lunedì 13 aprile 2009

Le campane del dì di festa

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Io mi ricordo sul lago le campane.
M’era caro ascoltarle nel mattino
quando le sentivo innalzare insieme
quasi una lauda per i dì di festa.
Bisognava sentir quelle campane
quando insieme intonavano il lor coro,
vibrando con un bel canto pacato,
chiamandosi e rispondendosi tra loro,
divagando e ricomponendo i suoni
in un solenne, maestoso insieme
che la conca verde delle montagne
riceveva e rimandava attonita
come un cantico da una sponda all’altra!

da Emilio Montorfano - (Milano)
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E' Pasqua




E' Pasqua
ritorno sulle verdi colline...
Chiara notte.
Piange l'ulivo sul lato del monte
Sono le lacrime di Cristo nell'orto di Getzemani.
C'eri tu quella sera?
Sono le lacrime di Cristo nell'orto di Getzemani.
C'eri tu quando gli conficcarono
la lancia nel costato dopo averlo incrociato?
... No: tu non c'eri.
Questo non è un giorno come gli altri
Il cielo s'annera lentamente e fiamme
lo squarciano per far cadere acqua
che il vento forte spande sulla terra:
Questo non è un giorno come gli altri.
E nella luce dei lampi si staglia
nel cielo una Croce abbagliante.

Perché quella croce Gesù?
E' la croce che spazza i peccati
e voi pregate al Padre Celeste ...

Piange Gesù nell'orto di Getzemani!
E ritorna sul Monte Calvario.

Tu non c'eri sul Golgota
quando si giocarono la tunica
quando gli diedero il fiele da bere
quando gli conficcarono la lancia
nel costato dopo averlo incrociato.
No! Tu non c'eri.

Piange l'ulivo sulle verdi colline
Avrei voluto esserci, per farmi
Crocifiggere, ma piange l'ulivo!

da Reno Bromuro - (Benevento)
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giovedì 9 aprile 2009

Il lago

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Ormai cieca nel deserto di vetro
senza fiato al sole violento
ti ritrovo mia dolce oasi,
specchio di chiari ricordi;
sublime mi riporti alla vita
come un ago piantato nel cuore
e con fragore cadono le agognate lacrime
L'acqua scorre e cambia e con lei il suo volto
e ti cerco ancora alla fonte,
ma le onde non hanno tregue
vanno e vengono e sembra ingiusto
Intravedo sul fondo un solo riflesso
di sole e di fronde e di corse lontane
Non serve tuffarsi basta solo ascoltarlo
e dolcemente, affondare.

da Lucia Capozzo - (Vicenza)
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La ninfa

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La pendola ha battuto dei rintocchi
che, nel dormiveglia, non ho contato
e una figura eterea mi sembra
uscire dai cespugli di mortella
per veleggiare piano verso il lago,
scendere coi suoi veli nella schiuma
e incamminarsi oltre, tra le onde,
nello spazio verd’azzurro dell’acqua
fino a sparire con un gran sorriso.
Per tutta quella lunga notte strana,
io rimango insonne fino al mattino
nello stillicidio lento delle ore,
col muoversi dei rami del platano,
che stormiscono scuri come mani
protese quasi dentro la finestra.
Poi, dolcemente, nasce l’aurora
e il giorno che segue è così raggiante
da cancellare in me ogni turbamento
e da indurmi a credere che nel lago,
sensuale e sotto la coltre azzurra,
viva una ninfa soave e misteriosa.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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lunedì 6 aprile 2009

Indicazioni per contributi personali emergenza terremoto Abruzzo


Data l'emergenza, ecco le prime indicazioni utili diffuse stamane dalle istituzioni, per convogliare i primi aiuti personali:







SMS al numero 48580 per donare 1 euro,
o da telefono fisso, lo stesso numero, 2 euro


Per effettuare donazioni alla CRI - Croce Rossa Italiana:

- Conto Corrente Bancario C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67 - Roma intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN): IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO

- Conto Corrente Postale n. 300004 intestato a: "Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma c/c postale n° 300004 Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004 Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO

- Donazioni on line: è anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI all'indirizzo www.cri.it/donazioni



La Caritas diocesana di Roma ha istituito un fondo di solidarietà promuovendo una colletta per aiutare la popolazione abruzzesee sottolinea che, in queste ore, la donazione economica è l'unico modo utile per esprimere solidarietà alle persone colpite. È possibile contribuire alla colletta di solidarietà tramite:

- numero di conto corrente postale 82881004 (IBAN: IT77K0760103200000082881004) intestato a Caritas diocesana di Roma, specificando nella causale «Terremoto Abruzzo»;
- Bonifico bancario - IBAN: IT13R0306905032000009188568 specificando nella causale "Terremoto Abruzzo".

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sabato 4 aprile 2009

Parlez-moi d'amour

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Era di buon mattino
in quell’agosto caldo
che ti sentii cantare
di là del mio cortile,
durante le vacanze
in quel gruppo di case
di grosse pietre grigie
raggrumate sul monte
tra l’azzurro del cielo
e la verde frescura
dell’acqua del mio lago.
Alla mia finestra
la tua voce giungeva
dalla casa di fronte
e il tuo canto era dolce
con un senso di pena,
quasi di invocazione:
“Parlez-moi d’amour
Redites-moi des choses tendres”

e quasi mi sembrava
che tanto ti mancasse
la gioia d’un amore
in questo mondo dove
“le chagrin est parfois amère”.
Poi, mentre ti affacciavi
per scuotere dei panni
e sembravi guardarmi
come per un invito,
riprendevi a cantare
“le chagrin est vite apaisé
et se console d’un baiser
.”
Sai, ho tanto cercato
d’incontrarti e parlarti
senza trovarti sola
in quella breve estate.
ma sempre con tua madre.
Mi è rimasto il ricordo
Della chioma corvina
E di quel tuo invocare
parlez-moi d’amour”.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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mercoledì 1 aprile 2009

Era d'aprile

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Era tarda la sera
d’un inizio d’aprile,
era ormai primavera,
era un tempo d‘amore.
Il lago era uno specchio
tra i frondosi cespugli
che orlavano la riva.
In quella dolce terra
tanti anni fa son nato
per ritornarvi uomo
e in quella chiara sera
pesava come pena
il ricordarti, cara,
giovane amica mia
di quando i miei capelli
non avevano ancora
il color della neve.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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