- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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martedì 20 maggio 2008

Malìa

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Mi sono calato nell’ombra
fin nella spiaggetta deserta.
da poco, l’antica campana
ha battuto l’ultimo tòcco
e scorgo, di là delle cime
dell’opposta sponda del lago,
corrusco il bagliore d’incendio
dell’ultimo sole al declino.

Intanto, s’attenua la luce:
piano, in basso, sull’altra riva,
si va incupendo la montagna
con dossi color d’amaranto
trapunti dal brillar di faci.
discesi i consunti gradoni
della lunga scala petrosa,
io ritrovo i noti recessi
che mi hanno visto bambino
e ancora provo a ripetere
i gesti dei giochi d’un tempo,
tuffando la mano nell’acqua,
sentendo le viscide pietre
arrotondate e levigate
dallo sciabordare dell’onda.

Allora la schiuma perlata
mi parla con voci d’allora,
a me tanto care e perdute,
mi fa sovvenir di carezze
dissolte in passate stagioni,
mi fa percepire il concerto
d’un lieve fiottar di parole,
d’un tenue discorso pacato
che sento senza distinguere
nel piano stormire dei rami
per un fiato dolce di vento
e per l’acqua scura che parla
con la sua favella incompresa.
Poi, turbato fin nel profondo,
risalgo la scala di pietra,
uscendo fuori dall’incanto
e, gradino dopo gradino,
raggiungo la vita di sempre
perdendo per ogni gradino
un poco di quella malìa.

da Emilio Montorfano - (Milano)
.

4 commenti:

DR ha detto...

Bella questa scala, che come una macchina del tempo, fa regredire nei ricordi di infanzia. Purtroppo poi, bisogna risalirla.

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

già... intanto però, la zavorra di sassi dello zaino si è magicamente alleggerita: i pensieri si sono stemperati dolcemente nel lago... l'ossigenazione del cuore e della mente è al massimo...
...e poi è così bello, ogni tanto, provare a sentirsi ancora un po' bambini...

Anonimo ha detto...

Pubblichiamo un commento speditoci via mail, da parte di Antonia Migliaresi:

"C'è tanta nostalgia in questa poesia dove l'autore ripercorre a ritroso la
sua vita e, sulle rive dell'adorato lago, si sente di nuovo bambino: rivive
i giochi di un tempo, rimpiange momenti felici.
Poi torna al presente e, con aria stanca, rimprende la vita del''oggi."

Anonimo ha detto...

Ci invia una e.mail l'autore della poesia, Emilio Montorfano - ringraziando per i commenti ricevuti:

"Malia è un poco il ritorno momentaneo e sofferto al tempo perduto e quella scala di pietre che scende a lago è una rustica discesa che, partendo dal piazzale della chiesa di Sn Giovanni a Torno scende (o scendeva se ancora esiste) ad una spiaggetta sassosa dove si andava a giocare. Il risalirla è il rientrare nella realtà dopo un breve abbandono ai ricordi."
(Emilio Montorfano)