- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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martedì 30 dicembre 2008

Anno Nuovo

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fotografia: Franco A. Cavalleri


Che il nuovo anno sia felice
è l’augurio che si dice
con la gioia in fondo al cuore
quando brindi con amore

e sogni un lago naturale
ch'è di origine glaciale
circondato dalle nevi
e da orme bianche e lievi.

Per noi tutti la salute
e le cose non avute
tanti soldi da contare
e le pene da evitare.

Che si possa stare insieme
ma con chi ci vuole bene
che si possa perdonare
chi ci ha fatto solo male.

Che il nuovo anno sia felice
è l’augurio che si dice
la promessa in fondo al cuore
come un lago che dà amore.

da Fiorella Cappelli - (Roma)

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Buon anno ai lettori ed a tutti gli amici poeti, da larioinpoesia


"Dammi un piccolo verso al giorno, mio Dio, e se non potrò sempre scriverlo perché non ci sarà più carta o perché mancherà la luce, allora lo dirò piano, alla sera, al tuo gran cielo. Ma donami un piccolo verso, di tanto in tanto". (Hetty Hillesum)

AUGURANDO
UN SERENO ANNO 2009 A TUTTI I LETTORI
ED AGLI AMICI POETI DI LARIOINPOESIA ! (Luciana)
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venerdì 26 dicembre 2008

La sponda amica

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fotografia: Franco A. Cavalleri


Aiutami, sponda amica
di questo mio lago caro,
in questa notte profonda
a ritrovare me stesso
quell'io che senza scordarti
per tanto tempo ha vagato
all'ombra di altre montagne
presso prode straniere,
con altri frusciare d'onde,
con altri alieni silenzi..
Aiutami, quieta sponda
dalla familiare voce,
a sciogliere questo groppo
che tanto grava sul cuore
per ritrovare l'amore
profondo di casa mia...

da Emilio Montorfano - (Milano)
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giovedì 18 dicembre 2008

Natale lariano




La cometa si sofferma - più forte riluce...

Il dono sempre vivo, eterno si rinnova:
qui - come a Betlemme - oggi, E’ NATALE

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sabato 13 dicembre 2008

Natale a Campo

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fotografia inviata da Antonia Migliaresi


La neve imbianca i tigli
dai rami ormai spogli
e rende fiabesca la riva di Campo.

Paesaggio da "mille e una notte"!

Il freddo mantello ricopre
cespugli di verde perenne,
riveste le strade ed i tetti.

Si adagia su barche ormeggiate
ricordi di calde giornate
e lunghe escursioni sul Lario.

Quel gelo non penetra il cuore
ma unisce davanti a un camino.
La festa riaccende gli affetti
dissipa rancori passati
riscalda anche animi freddi.

Riaffiorano sogni infantili
presepi di umile creta
abeti innevati d'ovatta.

Rimpiango i Natali passati
freddi e con miseri doni
ma pieni d'Amore
e ricchi di pace interiore...

da Antonia Migliaresi - (Napoli)
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martedì 9 dicembre 2008

Natale sul Lario - (Natività e presepe, di larioinpoesia)

"Un tempo è venuto, altri sono passati - ed i figli hanno seguito le orme dei padri -

... ma la strada per Betlemme,
è rimasta la stessa
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(Jostein Gaarder -
"Il viaggio di Elisabeth")

- La Natività, il presepe - di larioinpoesia
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Neve

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Sbuffo al candore che mi avvolge,
rincorrendo i riflessi nel dispetto di un cielo stralunato:
è la forza del germoglio più nascosto
sotto la coltre, nel miscuglio di voci
o nell'incredibile follia delle allucinazioni.
Abbaglia, bianca nelle sue ascese contro il tempo,
attraverso un confine che traspare
tra i fiocchi vertiginosi e lenti,
tra le moine aguzzate dal mistero di un silenzio
che si ripete, attutito e stanco,
sino alla parola ghiacciata,
che insinua la riva tra brevi golfi e rapide
insenature, tra le rocce ed il verde.
Non c'è misura nella tenera armonia
che scrive solitaria.
Quasi dolcissima amante del nulla
intesse mille volte il disegno distratto
della mia incertezza.
Tra i rintocchi delle apparizioni
ecco le meraviglie di una stella cometa
racchiudere speranza ed illusioni
per un tempo fuori dagli abissi.

da Antonio Spagnuolo - (Napoli)
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sabato 6 dicembre 2008

Amata Giovinezza Mai Perduta Nel Lario

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Placide acque argentee sgorgano gagliarde,
qualsivoglia opaca rimembranza od alabastrina sfumatura
si stemperano addentro quell’incommensurabile estuario
ove l’aggraziata, venusta lacustre Lariana rifulge ardimentosa.
Paradisiaco effluvio delibo estasiata orquando riecheggio
gli edenici pomeriggi domenicali vissuti sovra gli inscidibili battelli
i cui battiti linfatici solcavano il leggiadro specchio lacuale
insublimando il mero, virtuoso tersore al cospetto del quale
chicchessia individuo ne respirava l’illibato nitore primordiale.
Ignei lucori riverberano ieratici laddove contemplo inebriata
i remoti meriggi primaverili attinti negli eccelsi giardini di Villa d’Este,
giocondi anni puerili in cui correvo indefessa nell’intima natura
floreale e la soavità d’eufonici zefiri sussurravano l’assiomatica sacralità
dell’idillica floridezza che soffondeva ciascun manto erboso.
L’innocenza fanciullesca traspira nostalgica:
”Oh, mio adorato papà, mi donasti una meravigliosa giornata
durante quell’aprica giornata settembrina spesa a Tremezzo,
l’eterea euritmia, il serico lindore, l’olezzante rigoglio
ch’abbracciai abbacinata peregrinando nell’elisiriaca prolificità
della lussureggiante, insigne Villa Carlotta permeano tuttora
codesta veneranda età gravida di melodiche reminescenze !

Soffusa mediante senili fattezze discerno l’unico peculiare
mai eliso né obliato: innumerabili gli stranieri d’oltreoceano
anelanti mentre fotografano gli apollinei panorami, virgineo orgoglio
delle afrodisiache Bellaggio e Menaggio, concupiscono famuli
ciò che li circonfonde planando l’edulcorato sguardo
verso i venerei pianori alieni nella loro amata beltà terrigena.
Oh, mia idolatrata Como, pindarico, ceruleo capolinea
dell’ineffabile, magnificente circumnavigazione,
in te spensierata, nivea gioventù rivive redolente
sotto l’indaco splendore sfociato dai tuoi zaffiri occhi cristallini.

da Daniela Mangi - (Usmate-Velate, MI)
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