- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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lunedì 31 maggio 2010

Scighera - (Nebbia)



Sont adree a camminà
per i strad del paes,
respiri quell’aria de lagh
che impieniss i polmon
e passi indoe ona vòlta
gh’era on mur con su
i sègn d’ona pòrta
per i partid de balon,
e indoe regnaven
i ridad e el vosà di bagaj.
Ormai passada a catram,
la tèrra de la mia cort,
dal ciel d’indoe l’è volada,
ad ogni boff de vent
la desseda la gioventù.
Come ona cartolina del temp,
gh’hoo semper denanz
el moron e la sces,
coi sò fior bianch e profumaa,
ch’hann vist dùu morosi
col foeugh de l’amor
ch’el brusava anca i prej.
El prà indoe se settavom
e indoe cattavi i fior
che con amor ghe mettevi
in su i sò cavej de seda
che come fil d’erba,
dondaven al vent,
l’è ormai staa quattaa
da montagn de cement.
La mia barca che ògni dì
la se moveva sul lagh
adèss l’è ferma a riva
ninada dai ond
e quattada de foeuj.

Voraria, adèss, traversà
la grisa scighera che divid
quij bej ann là dal present;
desidéri de tornà a viv
on’età sarada in del coeur
e che ormai l’è domà
on regòrd de ninà.
Ma el temp, brutt malnatt,
el gh’ha minga pas on moment:
el va adree a batt i ann,
come spigh de forment,
in su l’era de la vitta
che, senza fass acòrg,
dì per dì,
la inspessis la scighera.

E i lacrim se mes’cen,
dasi dasi,
a la piovisna che ven giò.


- (Renato Baroni) -


Traduzione dal dialetto milanese:

NEBBIA

Sto camminando
per le strade del paese,
respiro quell’aria di lago
che riempie i polmoni
e passo dove una volta
c’era un muro con
i segni di una porta
per le partite di pallone,
e dove regnavano
le risate e il vociare dei ragazzi.
Ormai coperta di catrame,
la terra della mia corte,
dal cielo dove è volata,
ad ogni soffio di vento
risveglia la gioventù.
Come una cartolina del tempo,
ho sempre davanti a me
il gelso e la siepe,
coi suoi fiori bianchi e profumati,
che hanno visto due innamorati
col fuoco dell’amore
che bruciava anche le pietre.
Il prato dove ci sedevamo
e dove raccoglievo i fiori
che con amore le mettevo
sui suoi capelli di seta,
che come fili d’erba
ondeggiavano al vento,
è ormai stato coperto
da montagne di cemento.
La mia barca che ogni giorno
si muoveva sul lago
adesso è ferma a riva
cullata dalle onde
e coperta di foglie.

Vorrei, adesso, attraversare
la grigia nebbia che divide
quegli anni belli dal presente;
desiderio di tornare a vivere
un’età chiusa nel cuore
e che ormai è soltanto
un ricordo da cullare.
Ma il tempo, brutto birbone,
non ha pace un momento:
continua a battere gli anni,
come spighe di frumento,
sull’aia della vita
che, senza farsi accorgere,
giorno dopo giorno,
ispessisce la nebbia.

E le lacrime si confondono,
piano piano,
alla pioggerella che cade.


da Renato Baroni – (Bovisio M.go - MB)

.

giovedì 27 maggio 2010

Voglia di libertà

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fotografia: Franco A. Cavalleri


Voglia di libertà
di lasciare alle spalle
gabbie di compromessi
per danzare felice
sulle rive del lago.
Desiderio di aria pulita
di spensierati abbandoni
al sussurro della natura
nel confortante abbraccio
di un'alba sul Lario.
Voglia di rivedere il sole
che affonda nell'acqua
i raggi infocati
per perdermi nella luce
mentre libero l'anima
ai colori di un'estate
che spero cocente.

da Antonia Migliaresi - (Silvi Marina - TE)

.

Memoria

.


Memoria di versi scritti
su candidi ciottoli
levigati dall'acqua
e dal tempo,
passioni consumate
sulle rive del lago
quando i cuori
s'univano al canto
dell'onde
e tutt'intorno
era solo silenzio.

da Antonia Migliaresi - (Silvi Marina - TE)

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Giugno (Il "Patria")

.


E' ferma, alla fonda
coperta da un sudario
colore dell'avorio
la chiglia tua malata,

attendi l'onda dolce
del lago che ti culla
com l'innamorato che
brama la carezza della
fanciulla amata.

Sei l'ultimo vascello
tu, insieme al tuo
gemello avevi per
motore la macchina
a vapore.

Il Patria ed il Concordia
due piccli titani identici
fra loro ed ora il più
famoso in quel di Dervio
aspetta.

Aspetta che ritorni
per lui l'epoca d'oro.


n.d.r. - come da norme di collaborazione evidenziate in homepage -
In caso di diffusione personale, si richiede di precisare anche la provenienza web (tratta da www.comoinpoesia.com - a cura di Luciana Bianchi Cavalleri), effettuandone comunicazione a casella e.mail: ventifebbraio@iol.it

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da Enrico Bonfanti - (San Fermo della Battaglia - CO)

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L'anima triste

-



Sono solo in riva al lago...
vola il mio pensiero e scrivo:

Scrivo per l’anima liberare
che oppressa non può guarire
so solo che deve ancora soffrire
so solo che non sa più amare.

Lontani sono i ricordi amici
lontana è la tua voce d’amore
or ora mi si stringe il cuore
oh... come eravamo felici.

Vaga il mio solitario spirito
nella nebbia che offusca la mente
penso a te... a te continuamente
penso a te e sono come stordito.

Lascia che l’anima triste
lascia che rimanga sola
scrivo ancora qualche parola
fra le tante già viste.

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)
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Piazza Verdi

.



Grande e triste è la piazza ...
grande, triste e di nuda pietra
piatta piatta come una sogliola.
Oggi il Duomo e il Teatro
piangono il loro compagno
abbattuto dal volere barbaro.

E’ proprio silenziosa la piazza ...
si, manca la vita. Si ...ricordo
che sui frondosi rami dell’albero
c’erano tante vite ...tante vite
e qui avevano la loro dimora.
Ricordo il loro frenetico volo
il loro cinguettare allegro
una poesia sinfonica continua
che ormai più non s’ode.

Grande e triste è la piazza ...
grande, triste e di nuda pietra
piatta piatta come una sogliola.
Io dico che manca il verde
manca il vivo colore dei fiori
manca la gioia e il respiro della vita.

Accendete la Primavera ...per favore.


da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)

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martedì 25 maggio 2010

Bacio

.



Liquida luce
degli occhi tuoi,
dove io mi cullo
come culla la barca
l'onda quieta
del mio lago amato.
La riva è lontana
e, nell'onda discreta,
che quieta sciaborda,
ci siamo noi soli.
Soli al morir del giorno,
nella luce perlata,
mentre affondo le mani
nei tuoi capelli morbidi
con le dita scoprendo
la fragile testa,
che al mio labbro sollevo
come una coppa
in cui bere la vita.

da Emilio Montorfano - (Milano)

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Il lago canta

.


Questa sera
il lago canta
e le parole della melodia
sorgono come semi
nel ritornello della memoria.
Rinascono in giochi passionali

Il vento intreccia suoni infuocati
nello spazio silenzioso della notte bruna
che pende dalle guance del cielo
dove la luna
-sospesa in un’immagine dipinta-
si strofina al Resegone.

L’ombra squarciata della città
partorisce il tempo fiorito di sogni
e...
la canzone del lago
sveglia il mio cuore
che apre le labbra alla melodia della poesia

Il vento
scivola sulla sabbia
bagnata dal pianto.

da Giovanni De Simone - (Traona - SO)

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sabato 22 maggio 2010

Dolore di una madre

.


Nel piccolo camposanto in riva al lago
tace la madre col suo immenso dolore
davanti alla bianca e minuscola tomba.
Porta con sé delicati fiori di campo
ma immobile resta, ha il viso affranto
e gli occhi fissi sull’immagine cara.
Inizia poi un lento e sommesso pianto
mi avvicino alla cara donna amica
nell’abbraccio delicato l’incoraggio.

Triste l’aiuto a posare sulla nuda terra
quel mazzolino tenuto forte al petto
insieme e mestamente lo sistemiamo.
Rimane in ginocchio e pulisce attorno
poi piano piano si rialza e s’abbandona
con stretta frenetica al mio braccio.
Camminiamo lentamente verso l’uscita
poi si volta e improvvisamente manda
un tenero bacio con la mano stanca.

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)

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venerdì 21 maggio 2010

Maggio

.
fotografia: Franco A. Cavalleri


mattino chiaro e nitido
l’orizzonte
si veste di grazia e di splendore
la coperta azzurra del lago
dolcemente unita
al blu leggero del cielo
si stende all’infinito

da Giovanni De Simone - (Traona - SO)

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Il contadino stanco

.


Scende la sera sulla terra arata
s’allungano le ombre degli alberi
la fronte asciuga il contadino
e guarda oltre verso il caro lago.
Al suon lontano della campana
torna dal suo campo il villico stanco
sul vecchio e lento carro ...
l'aspetta il casolare amico.

Sonnecchia l’uomo al caldo sole
i buoi vanno per la bianca strada
si fermano poi all'osteria antica
saggi sanno del giornalier ristoro.
Si riprende all’improvviso e scende
al portico contento si avvicina
coi compari al tavolo si appresta
a bere un bicchier in compagnia.

Dagli amici si stacca alfin...
il sole all’orizzonte è ormai
ritorna al carro allegramente
e il cammin riprende sveltamente.

da Angelo Ostini - (Maslianico - Co)

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La panchina

.



Finalmente ecco la luce del sole
che riscalda, filtrando tra le nubi,
tutto, uomini e cose, monti e lago.
Laggiù c'è quella mia cara panchina
ormai da tempo lasciata deserta
presso il sussurro ciarliero dell'onda
e presso il beccheggiare delle barche.
Forse, ora, teneramente abbracciati,
due giovani si baciano felici
inseguendo i loro sogni e progetti
come accadeva a me nel tempo andato
su quella stessa panca in riva al lago,
quando, in quel mondo ch'è rimasto uguale,
i volti e le voci sono cambiati
e, camminando, coloro che incontro
non son gli stessi del mio vecchio mondo.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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mercoledì 19 maggio 2010

Se moeuven i ond - (Si muovono le onde)

.



La dondola la barca in sul lag
ninada dai ond che vann quiètt,
intanta che i montagn intorna
se spèccen per fass bej.

Ona còrda la tenn ligada
a quell pal che da l’acqua el sponta,
come ona man che streng,
che ghe dà sicurezza.

D’on bòtt on boff d’aria
el sgigòtta l’acqua quiètta,
se s’cèppa la còrda del temp
e la barca la va vèrs el largh.

I piant in su la riva
caragnen foeuj in de l’acqua
dorada da on tramont
ch’el riva senza accòrges.

Va’, va’ pur cara tosa,
la còrda la tenn pù,
el moment a l’è rivaa.
Girel tutt el tò lagh,

che mì rèsti chì a vardà
la toa barca ormai al largh,
settaa giò su ona banchètta
in compagnia de regòrd e magon.



- Renato Baroni -


...ed ecco la traduzione in lingua italiana:



SI MUOVONO LE ONDE

Dondola la barca sul lago
cullata dalle onde tranquille,
mentre le montagne intorno
si specchiano per farsi belle.

Una corda la tiene legata
a quel palo che spunta dall’acqua,
come una mano che stringe,
che le dà sicurezza.

D’un tratto un soffio di vento
smuove l’acqua quieta,
si rompe la corda del tempo
e la barca va verso il largo.

Le piante sulla riva
piangono foglie nell’acqua
dorata da un tramonto
che arriva senza accorgersi.

Va’, va’ pure cara figlia,
la corda non tiene più,
il momento è arrivato.
Giralo tutto il tuo lago,

mentre io resto qui a guardare
la tua barca ormai al largo,
seduto su una panchina
in compagnia di ricordi e magone.

da Renato Baroni (Bovisio Masciago – MB)

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domenica 16 maggio 2010

Magìa del borgo antico

.


Sento il respiro del lago
dal vecchio borgo di pietra
che solingo e silenzioso
giace sulla ripida sponda.
Sento vibrare l’aria antica
che sospesa fra le strette vie
pervade le vetuste case
e si scopre ...ad ogni angolo.
Sento parlare dei trascorsi passati
le dure e sofferte fatiche
che hanno forgiato la gente
...schiva, eppur generosa.

Improvviso ecco le rondini
con il loro frenetico volo
osservo e odo incantato
lo stridere del loro verso.
Poi la magia del borgo antico
schiude uno scorcio romantico
coronato di splendidi fiori ...
apre soave la vista al verde lago
...e sento ancora il suo respiro.

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)
.

La notte seppellisce i desideri

.


La notte seppellisce i desideri
della rosa nera
sotto un muro di silenzio.
Dalle sponde imputridite
l’ombra della luna
guarda il suo corpo
scivolare sull’acqua gialla del lago

In lontananza
qualcuno canta.

da Giovanni De Simone - (Traona - SO)

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La sinfonia delle cicale

.


All’ombra dei frondosi platani
che forti protendono i loro rami
arriva leggera la brezza dal lago
in questa calda giornata estiva.
Nella calma che mi circonda
solo un suono assordante sento
par quasi un’orchestra vera
tesa in un crescendo rossiniano.

Son le cicale a frinire senza sosta
il motivo frenetico e festaiolo
allieta e piace perché naturale
e ascolto come fossi a teatro.
Poi il silenzio scende improvviso
la sinfonia cicaliana è terminata
...è sera e il sole all’orizzonte
accende un tramonto spettacolare.

Luglio 2008

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)
.

domenica 9 maggio 2010

Disamore

.



Sullo specchio del lago
la luna e il vento
giocano con l’ombra degli alberi.
Le stelle indifferenti
chiudono gli occhi
nascondendo semi di luce.

L’amore
è sogno riflesso


da Giovanni De Simone (Traona - SO)
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Segreti

.



Il lago tace
ma
non ha segreti
mi ripete
tutte le cose taciute
che avevo chiuso
con sabbia bagnata
in un buco
scavato con innocenti mani.


da Giovanni De Simone - (Traona - SO)
.

lunedì 3 maggio 2010

Il Forte Montecchio, nord di Colico

.



Nella fredda roccia
come sopito drago
s'acquatta possente il forte,
son di fuoco le sue bocche
rivolte verso il lago,
or che della guerra il tuono
da molto tempo tace
dall'Abbazia di Piona il suono
lieve di campana sale
per benedir la pace.

da Piero Pizzi - (Lecco)


n.d.r.
Per chi fosse interessato alla visita dei due luoghi lariani citati nella poesia, ulteriori informazioni sono rintracciabili consultando i rispettivi siti:

- Forte Montecchio
- Abbazia Cistercense di Piona

.
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Il canto dell'allodola

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Una bella giornata ai giardini a lago.
Osservo. Immobile ascolto...
e respiro piano per non disturbare.
A pochi passi, su un vecchio tronco,
un mingherlino uccelletto cinguetta
come un’artista del bel canto.
Alterna, con altri vicini suoi pari,
che solerti rispondono di rimando,
un paradisiaco e dolce suono.

E’ il canto meraviglioso dell’allodola,
che impettita per l’impegno profuso
regala questa soave melodia
al mio spirito ...che commosso
ringrazia e se ne sazia a volontà.
Attorno fanno corona splendidi fiori.
Prodiga e generosa è la “Natura”
quando spande per l’aere
profumi e suoni di Primavera.

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)

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La Lisa

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Me rigordi ancamò ul sciur Carleu,
cum’el che gureva ben a la sua Lisa.
Uh ...fieu intendemas ben,
la Lisa l’era minga la sua miee ...
ma la sua cavala; si perché luu
l’era ul frutireu ambulant
ch’el girava cul sò carett,
a vent fruta, verdura e alter robb,
in dei curt e piazz dei paes cumasch.

Ma un bel dì, in Burgu’ic a Com,
luu vedù setà giò in cuperativa disperà;
l’era propri giù perché la sua cavala
l’era vegia e malandada puerina
e ghe la faseva minga d’andà a laurà.
Alura mi e i sò amis, ul dì dopu,
a ghem regalà un birucin a moutur,
e luu cuntent cumè una pasqua
l’ha riprendù namò ul sò mestee.




- traduzione in lingua italiana:


La Lisa

Mi ricordo ancora il signor Carlo,
come voleva bene alla sua Lisa.
Oh …ragazzi intendiamoci bene,
la Lisa non era sua moglie …
ma la sua cavalla; si perché lui
era il fruttivendolo ambulante
che girava con il suo carretto,
a vender frutta, verdura e altre cose,
nelle corti e piazze dei paesi comaschi.

Ma un bel giorno, in BorgoVico a Como,
l’ho visto seduto in cooperativa disperato;
era proprio giù perché la sua cavalla
era vecchia e malandata poverina
e non ce la faceva più d’andare a lavorare.
Allora io e i suoi amici, il giorno dopo,
abbiamo regalato un carrettino a motore,
e lui contento come una pasqua
ha ripreso ancora il suo mestiere.


da Angelo Ostini -(Maslianico - CO)

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domenica 2 maggio 2010

Acquarello a "Riva"

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Ecco che arrivano a "Riva"
due cigni superbi e maestosi.
Piano e con sommessa regalità
largo si fanno tra passeri,
anatre, gabbiani e piccioni;
partecipano compostamente
al banchetto frugale.

Osservo la scena. Bambini allegri
gettano pezzi di pane a lago;
frenetica è la ressa degli uccelli,
solo i cigni rimangono impassibili.
Nel paesaggio lacustre fatto
sulla tela ci sono loro... tutti.
Ora mi appresto a colorare.

da Angelo Ostini - (Maslianico - CO)

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