Al chiuso pianoro
erboso,
ch’è cinto di faggi
ondeggianti,
di snelle
betulle,
ornato da castagni
severi,
giunge
dappresso
lo sciabordare
sommesso
dell’onda del
lago
che si frange
armonica
cadenzata
sulla
ghiaia
poco
distante
sul pietrisco paziente
immobile
della riva poco
lontana.
È verde il
pianoro,
il mio pianoro
solingo,
morbido come un tappeto
ornato dai fiori
gialli
del tarassaco
dentato
dai capolini
ridenti
di piccole
margherite.
Intorno, nell’ombra,
c’è una
corona
di floride felci
e delicato
capelvenere.
In mezzo
s’innalza
nobile
eccelso
un alto
abete
che, un giorno
lontano,
io
interrai
quand’era
piccino
alto come
me.
Ora la
cima
che oscilla
lenta
nel vento
leggero
è regale
spavalda
mentre
lassù
sfida
l’azzurro
e sul suo tronco
rugoso
qualcuno ha inciso dei
nomi
come sigillo
d’amore..
- da Emilio Montorfano - (Milano)
.