- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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venerdì 30 dicembre 2011

CAPODANNO 2012, sul Lario



A tutti gli amici Autori e Lettori,
l'augurio di un anno ricco di serenità

luciana

mercoledì 28 dicembre 2011

Buon anno - 2012

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Ore che passano
su queste sponde
quanti minuti
scivolati via.
Lungo le creste
di queste onde
nella mia mente
vedo ancora
la scia.

Sono ricordi
sono emozioni
sono sorrisi
sono lacrime vere.
Lungo le albe
verso i tramonti
affacciati sul lago
di lontane sere.

E allora auguro a me
ed anche a tutti voi.
Ore felici ore serene
piene d'azzurro
e di dolci profumi.
In quei giardini
lungo le sponde
di questo lago
coronate da monti

Un nuovo anno
che sia migliore
che porti a tutti
degli spruzzi d'amore
d'un vento amico
che allontani
nuvole grige
dal nostro domani.

da Pierangelo Giussani - (Cernobbio - CO)
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lunedì 26 dicembre 2011

Inverno

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Giorni gravidi di nebbia,
sui campi difformi foschie,
stelle lontane, perduti orizzonti
acque cangianti, lacustre scie.
Lontani i giorni di vele spiegate,
calura estiva, riverberi accesi,
ora sol tracce di malinconie
foglie fradicie lungo le vie.

Vuoti argentei e silenzi,
echi di fantasmi sospesi,
secchi rami con dita al cielo
gni albero indossa un velo.
Stelle lontane, perduti orizzonti
sul lago si spengono i tramonti.

da Rossella Melotti - (Villa Guardia - CO)

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giovedì 22 dicembre 2011

BUON NATALE, a tutti gli Amici e gli Autori di LARIOINPOESIA

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Auguro di cuore
a tutti gli Amici e gli Autori di Larioinpoesia
un sereno, dolcissimo S. Natale:
ricco in emozioni... e poesia.



- luciana bianchi cavalleri


n.d.r.
le pubblicazioni in rete
riprenderanno immediatamente dopo Natale

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La Speranza - (Cernobbio, ottobre 2011)

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Una tappa da re Mida
è veloce come il vento
il lago vive, in una sfida
la ricchezza ed il talento.

Alte, nobili intenzioni
una scritta in lontananza
gareggiar d’innovazioni
sventolare di Speranza.

Con il fiato già sospeso
al vincitor l’identità
ma la stella, beninteso...
brilli di solidarietà.

da Fiorella Cappelli - (Roma)


n.d.r.: nota dell'Autrice:
La poesia è stata ispirata dall’evento del Motomondiale di Motonautica a Cernobbio, sul Lago di Como (ottobre 2011). La gara si è svolta anche in nome della Solidarietà, sullo scafo del Team Fendi è stata impressa la scritta "Fondazione Città della Speranza" che opera nell’ambito dell’Ospedale di Oncoematologia Pediatrica di Padova. E’ la Fondazione alla quale va, da qualche anno, anche parte del ricavato di tutti i miei libri. (Fiorella Cappelli)

Como

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Una valle, chiusa su un lago profondo,
una conchiglia lucente,
una perla rosata come l'aurora, di notte
una luce dove si sveglia il sole,
indica il cammino a pellegrini e naviganti,
opposta, una croce sempre illuminata,
ricorda l'eterno dolore dell'uomo.
Brezze alterne portano il pofumo dei boschi,
a volte, arrabbiate, sconvolgono il lago,
affondano sconquassati vascelli,
che trasportano nere squadrate pietre,
sudate e da lutti insanguinate,
volano tegole e rami ormai morti.
Antiche pievi scandiscono il tempo che fugge,
chiostri assolati rimbombano passi e preghiere,
cripte antiche risuonano canti ritmati,
questa è la mia città, antica come la terra.

da Gianluigi A. Saporiti - (Como)
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Notte infinita

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In questo solstizio d'inverno
di notte infinita
si prepara alla vita
un mondo diverso
dove ognuno è immerso
in cosmica armonia
con l'Universo.

Anche il lago si è vestito
di argentei riflessi,
mentre la luna fa capolino
dai monti del Bisbino,
strizzando l'occhilino
su questo mondo perso,
ci dona la sua celeste energia.

Nuova vita tra questi cime
che si tuffano birichine
in acque cristalline;
fresche particelle fecondano
le menti di tutte le genti
tolgono l'ipocrisia
offrendo l'armonia.

da Gianna Binda (Como)
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venerdì 16 dicembre 2011

Lago di dicembre

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Mattutine luci argentate
al morire del giorno luci aranciate
o solamente luci notturne
ora luccichio intermittente
che sconfigge l’oscurità.

Ogni alba un nuovo cielo
sole, vento, pioggia
o leggiadra foschia
volubili atmosfere
Panorami da fotografia.

Ogni notte una nuova magia
stupenda e superba la luna
sovrasta, trasforma,
rischiara acque immobili o rabbiose
risveglia le anime
regala stupore
frantuma invidie e malumori.

Abbracciato da rilievi possenti dalle cime innevate
rifletti paesaggi ammalianti
dai contorni sfumati, confusi
Incanti il cuore al poeta
che invano resiste al richiamo
Anche il pittore soccombe
e con tela e pennello
ti ruba i colori, ma non la magia.

Lago di dicembre,
mai così seducente
mai così rasserenante
Inebriante, eccitante
persino il profumo d’inverno.

da Yvonne Pelizzari - (Opera - MI)
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domenica 11 dicembre 2011

Natale


Cammino lentamente,
lo sguardo rivolto al lago
che appare lontano,
immerso in parte nella nebbia,
avvolto da una luce argentea
che distrae per un attimo la mente.

Il volo di un bianco gabbiano,
le luci colorate del Natale
sembrano irreali,
così distanti,
sbiaditi ricordi,
ombre fatiscenti.

All’improvviso il tuo sguardo dolce,
il tuo sorriso
e i ricordi si susseguono rapidi
per poi svanire avvolti dalla nebbia,
dalle luci, dai colori.

da Cristina Cervieri - (Domaso - CO)
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Su "MAG" (il magazine de" La Provincia di Como") la pagina di Luca Meneghel dedicata a LARIOINPOESIA e COMOINPOESIA


Una piacevolissima sorpresa:
il mensile "MAG"
ha dedicato una pagina a Comoinpoesia e Larioinpoesia!



Un simpatico modo per festeggiare il Natale insieme a Voi tutti
- che siete l'anima ed il cuore pulsante, di Larioinpoesia! -



Colgo qui l'occasione per ringraziare
LUCA MENEGHEL
- autore dell'articolo -
per la curiosità e l'emozione viva che ha saputo trasmettere ai suoi lettori attraverso la sua abile, professionale e sentita presentazione dei nostri due Blog
.


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sabato 10 dicembre 2011

Il candore dei cigni

Le due foto nell'immagine, sono di Franco A. Cavalleri e di Patrizia Binda.

In questo specchio di natura
dai riflessi iridescenti
di piccole onde festose,
in un inverno imminente
che rapisce le menti
in un estasi pura
due cigni sembrano promettersi amore
sotto un pergolato di gerani in fiore.

da Gianna Binda - (Como)

giovedì 8 dicembre 2011

Immacolata

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Molecole compatte
congelano il lago dalle case rispecchiate.
Di un germano reale seguo la scia
in questa mattinata di muta malinconia.
Anche il nuovo sole si rispecchia
in dorati riflessi che si allargano a macchia.
Passa lentamente una "Lucia"
e si illumina l'anima mia.

da Gianna Binda - (Como)
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lunedì 5 dicembre 2011

Il lago verde

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E’ un grande lago verde,
il Lago del Segrino
figli di Narciso
gli alberi del promontorio
si specchiano compiaciuti sull’acqua
che si colora di verde,
canneti al vento
si piegano lenti, docili
si perdono a vista d’occhio
le ninfee fiorite
ricordo dell’Oriente lontano...
Ogni tanto un cigno bianco
e un germano reale
s’incontrano sul lago verde
indifferenti continuano
ad avanzare su questo specchio d’acqua
lasciandosi dietro scie incomprensibili.

(dedicata al Lago del Segrino)

da Cettina Lascia Cirinnà - (Erba - CO)
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Il sole d'inverno

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Il sole d'inverno illumina
le montagne di cartapesta
rigate di neve.
La luce bianca e diafana
sospende tra le dita
questo lago in calma
che s'abbandona
alle correnti
del cuore in tumulto
sul far della sera.
In lontananza
un paesaggio lunare
fotografano
gli occhi sognanti
mentre un pescatore solitario
trattiene nelle reti
tutte le anime perse
nel delirio amoroso
di una mente impotente.

da Cettina Lascia Cirinnà - (Erba - CO)
.

Visione d'amore

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Nei giardini
in riva al lago
canta il passo
sulla ghiaia
ripercorre antiche
impronte
dentro a un quadro
di passione.
Quando il tempo
era sconfitto
dalla voglia di volare
e la mente navigava
sulle onde dell'amore.
Cerco ora un nuovo giorno
tra foschie evanescenti
sulle rive abbandonate
dal rumore dell'estate.
Ed appari mia illusione
a spogliarmi di quei veli
tristi di malinconia
mentre danzi
nel mio cuore.

da Pierangelo Giussani - (Cernobbio - CO)
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sabato 3 dicembre 2011

A sevi diventaa grand - (Sentivo di essere "diventato grande")



- poesia originale, in lingua dialettale ticinese:
A sevi diventaa grand

Al vegn giô dasi dasi come ‘l solit,
fin sôta al portic dala nôna,
barbiis da catram,
bunett negru ala tesa,
tusccano senza füm...
"Nan, vöt dam ‘na man a sônà i campan
pala mesa e l’ Ave la matin bun'ura?"


L’eva un pezz che spetavi
da pudé pasà da quel purtôn
ai pè dal campanin,
dadré da qui mür spess come ‘na fortezza
e a quel fil da lüs che al scbögiava
i quatar ass da casctegna
righignaa dal cairöö.


E i cord, magìa dala danza da quii cinc cord
ligaa ai vuus di brunz
e ul Ricu cun un segn dal cò: "Tira!"
Lü e mi, mi e lü senza cipì.
I cord che i sccumpariss e pö i ripiumba
e i sa rotôla come una bisa spaürida,
visin ai mé pè: da mancàm ul fiaa.

E via al cuncert che sa scpantéga
tra i camin scnegrii da cariscna,
e i prim antén dala tele,
francaa malament süi traaf di scpazzacà.
Tra scepp da leandri vanituus,
e vaas da cactus che i spetava dumà l’istaa
par vistiss dala festa.
Al cöör al ma batt fort!
Nal terz, la quarta la scfüma daparlee.

A l’Ave Maria, quand i merli i eva pena
finii da ringrazià ul Creatur
e i cà da scbadiglià cui gelusii scanchignaa
e sbatüü cuntra i mür,
….a sevi levaa sü presct ma ‘l vareva la pena.
Quel sôn l’eva cürt , legeer, gentil
par salüdà i pescaduu che i vegniva sü
mezz göbb, cui reed masaraa che scpüzzava ammò
da lita e squam da pess.

Quand inturnu, nala scpiferada di portic scür
sa spandeva ul prufüm dal prim cafè
e dal càrpan che al brüsa insema ai pàmpan
... ul dì l’ eva già ciaar
e i gatt i turnava a cà dopo una nocc da bagordi.

La vuus dala segunda la sa perd dasi dasi
nal gir di rundin che i vola
cun in bôca ul prim muscchin
pai rundinott mort da fam,
impignaa denta nal nì a boca verta.
La corda pian pianin la ralenta
fin che la pianta lì la sò danza...

Un culp al carnasc e düü gir da ciaaf... "Nemm!"

A sevi diventaa grand.


- (Fabio Masdonati)



- traduzione in lingua italiana:

Sentivo di essere "diventato grande"

Saliva adagio adagio come al solito,
fin sotto il portico di mia nonna,
baffi incatramati
cappello nero ad ala tesa,
sigaro toscano senza fumo...
"Ragazzo, vuoi darmi una mano a suonare le campane **
per la Messa e per l’Avemaria il mattino a buon’ora?"

Era da un pezzo che aspettavo
di poter passare da quel portone
ai piedi del campanile,
dietro quei muri spessi come una fortezza
e a quel filo di luce che bucava
le quattro assi di castagno
rosicchiate dal tarlo.

E le corde, magìa della danza di quelle cinque corde
collegate alla voce dei bronzi,
e il Rico con un cenno del capo: "tira"
Lui ed io, io e lui senza batter ciglio.
Le corde scompaiono e poi ripiombano
e si arrotolano come una biscia spaventata,
vicino ai miei piedi : da sentirmi mancare il respiro.

E via al concerto che si sparpaglia
tra i comignoli anneriti dalla fuliggine.
e le prime antenne della televisione,
assicurate in qualche modo alle travi dei solai.
Tra cespi di oleandri vanitosi,
e vasi di cactus in attesa solo dell’estate
per vestirsi di festa.
Il cuore mi batte forte!
Al terzo rintocco della Messa, la quarta (campana) finisce da sola.

All’Ave Maria, quando i merli avevano appena
finito di ringraziare il Creatore
e le case di sbadigliare con le gelosie malandate
e sbattute contro i muri,
... mi ero alzato presto ma ne valeva la pena.
Questo suono era corto, leggero, gentile
per salutare i pescatori che salivano
ricurvi sotto le reti inzuppate che puzzavano ancora
di alghe e squame di pesce.

Quando intorno, negli spifferi dei portici scuri
si sparpagliava il profumo del primo caffè
e del carpino che bruciava insieme ai pampini
... il giorno era già chiaro
e i gatti ritornavano a casa dopo una notte di baldoria.

La voce della "seconda" si perde adagio adagio
nel giro di rondini che volano
con in bocca il primo moscerino
per i rondinotti morti di fame,
ammucchiati dentro il nido, a bocca aperta.
La corda piano piano rallenta
fino a interrompere la sua danza...

Un colpo al catenaccio e due giri di chiave... "andiamo!"

Sentivo di essere "diventato grande".

da Fabio Masdonati (Melide - Svizzera)


- n.d.r.:
Per una volta sola, un'eccezione: una poesia non ambientata espressamente sul nostro territorio lariano, ma a pochi chilometri di distanza, a Gandria, in territorio elvetico.
Molti sono i punti di contatto, in storia e tradizioni, aldilà del confine.
L'evento raccontato nei versi, echeggia i ricordi di un tempo non molto lontano e ricalca consuetudini abituali anche nei nostri luoghi lariani.
La poesia è pubblicata anche in ricordo del nonno dell'Autore, scomparso negli anni '30 del secolo scorso, nato nel territorio comasco di Lezzeno, migrato in Svizzera ancora ragazzo. La composizione è in dialetto ticinese.

(A corredo, un mosaico di campanili lariani fra i più noti)
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