E torneremo un giorno alle
Lariane sponde
a riveder i luoghi della
vicenda nostra in nuce;
percorreremo ancora con
incerti passi
l’ acciottolato viottolo
sinuoso e angusto,
tutto recinto dal muretto
a secco,
che in dolce pendio
risaliva il dosso.
Ricordi il nome ?
Via Paradiso,
solatio riparo delle
timide lacerte.
Oltre il cancello, in capo
alla via,
le snelle arcate e l’ampio
sguardo
e in fondo alla curva il
brivido sottile
di immaginari incontri all’imbrunire.
Era lieve a quel tempo
passeggiare
per le erte vie e sulla
dolce riva
sostare al vecchio
frondoso olmo,
gli sguardi accorti alla
nostra creatura.
Ricordi il frutteto e le
fiorite aiuole
percorsi a sera dallo
zefiro montivo ?
Era la brezza vespertina
del Dosso Liro
che tenace penetrava tra
gli anfratti.
Il fico e l’albicocco
protesi alle finestre
si offrivano benevoli ai
nostri arditi morsi.
Fu quello il tempo, sai,
della fortuna,
che ospitammo ignari nello
spumeggiar dei mesi.
Fu quello il tempo della
natura amica,
che uniti, ci avviò alle
sfide della vita.
E torneremo un giorno alle
Lariane sponde
a specchiar le nostre
rughe sul ruvido sentiero
e vagheggiar così, nel
solitario vespro,
tra le illusioni di
gioventù smarrite.
.
da Antonio Oxilia
- (Verona)
.
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