- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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mercoledì 14 novembre 2012

Mattino sul lago


Forse perché quel ricordo
lontano d’un tempo andato
è tanto in me sempre vivo
che talora mi rivedo
di quando in certe mattine
spingevo la barca a remi
sull’acqua quieta del lago,
scivolando sull’azzurro
che rispecchiava un cielo.
sereno e con poche nubi.
Poi, lontano dalla riva,
in quel caldo mattinale
della pienezza d’estate,
restavo a farmi cullare
dal fiottare delle onde,
mentre volgevo lo sguardo
alle casette di pietra
con le loro imposte verdi
 e i tetti a tegole brune
e all’antico campanile
del paesello sereno.
Solo, in quella dolce vita,
nell’aria calda e nell’acqua,
abbandonavo i pensieri
e le preoccupazioni,
sentendomi solo un figlio
di quello splendido mondo
dall’azzurro luminoso
del puro cielo sereno,
di quel verde un poco cupo
della corona dei monti
con scuri dossi boscosi.
Ninnato dall’oscillare
della mia barca  sull’onde,
ascoltavo quel remoto
ininterrotto richiamo
che fa il cuculo in amore,
nascosto tra i folti rami
dei maestosi castagni
che riparano dal sole
quell’umida terra scura
madre di vite selvagge.
Ricordo come alla prima
lieve folata di vento,
venuta a increspare le onde,
ritornavo al verde approdo
della riva erbosa orlata
del levigato pietrame
col quale gioca la schiuma
che senza sosta risuona.
E ricordo come il tempo,
al mio ritorno alla riva,
sembrava quasi fermarsi,
mentre guardavo intorno,
seduto su un vecchio tronco
al limitare del bosco.

da Enrico Montorfano - (Milano)
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