
Vellutate acque
che silenziose e tremanti
bagnate le montagne azzurre e mute
un raggio d'argento vi taglia,
e mille luci sguizzano dal profondo.
Prende il cielo un pensiero,
un’altro lo affogo nella mano
e affondo il cuore in questa lingua di lago.
Riposa l'isola Comacina
vestita dell'acerbo marzo pungente,
riposa il gabbiano sul gozzo
nella quiete struggente e
ad un tratto dall'acqua un boato:
e vidi galleggiar la luna.
da Filippo Baglini - (Londra)
(direttore del giornale www.italoeuropeo.it)
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