
Non guardatemi curiosi
se mi scendono lacrime
dagli occhi fissi alla casa,
che, per anni, è stata il nido
caldo dove sono cresciuto.
Non guardatemi curiosi,
non guardate il vagabondo
che oggi alla fine è tornato
e guarda porte e finestre
ormai per sempre rinchiuse
e le quali già da tempo
non rispondono al bussare.
Non guardatemi curiosi
ché non capireste il pianto
di chi ora non ritrova
la vita cara d’un tempo,
con la sua gente, le voci,
i fiori e il lucente sole
che rideva nel roseto.
Non guardatemi curiosi
perché mi è stato rubato
qualcosa ch’era la vita.
Adesso intorno a me piove
e anche i miei occhi piangono.
da Emilio Montorfano - (Milano)
.
1 commento:
Io non so in quale casa tu abitassi, Emilio, ma idealmente ho voluto abbinare alle tue parole l'immagine della mia casa di quand'ero bambina...come volesse essere un abbraccio, infinito e parallelo, unico e trasversale, immenso e senza frontiere, dedicato ai ricordi che ancora ci riempiono e ci accarezzano il cuore.
E, se mi permetti, ora ci aggiungo un secondo abbraccio virtuale - ma ricco di tanta amicizia e di emozione
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