- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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martedì 12 maggio 2009

Maggio

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Mi abbandono sul mio letto
a braccia aperte, supino,
come se fossi caduto
giù dal turchino del cielo.
È un meriggio luminoso
com’è nei giorni di maggio,
in cui l’aria è profumata
da gelsomini e da rose.

Guardo sul soffitto bianco
l’intrecciarsi dei disegni
che, col riflesso del sole,
genera il moto dell’onde
creando bianche immagini.

Fuori sospira un refolo,
che tra le foglie sussurra,
mormora parole arcane,
che non riesco a capire.
Poi un usignolo canta
la sua canzone d’amore
e sento che con il maggio
fuori è ritornato amore.

da Emilio Montorfano - (Milano)
.

2 commenti:

antonia ha detto...

Che bella questa poesia di Emilio, molto posivia e invita alla speranza!
Oggi è il suo compleanno e gli rinnovo i miei auguri di serenità, e felicità. Che conservi sempre lo spirito con cui ha scitto questi versi.

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

e il canto d'un usignolo, ben sottolinea l'armonia d'immagini e parole...(rinnovo ad Emilio, a mia volta, l'augurio di Antonia...!)