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lunedì 21 maggio 2012

TERREMOTO EMILIA, AIUTI: APERTO UN CONTO CORRENTE PER LA SOLIDARIETA' - ( 2 poesie da S. Felice sul Panaro (MO), di Francesco Mandrino)

TERREMOTO EMILIA:
 
Aperto dal COMUNE di MODENA un apposito CONTO CORRENTE

sul quale far confluire versamenti a scopo di aiuto e solidarietà.

Codice Iban:  

IT52M0200812930000003398693
indicando la causale 

"terremoto maggio 2012"
(Unicredit - piazza Grande, Modena)





n.d.r. - in data 29.10.2012
ho ricevuto una mail da S. Felice sul Panaro (MO) .  
Desidero condividere con tutti i lettori alcuni fra i toccanti versi,  
inviati da FRANCESCO MANDRINO.  
Credo non occorra né sia sufficiente alcuna parola, a commento. 

Grazie al loro Autore, per averli voluti condividere con noi.


SCOSSI

Forse le ripetute scosse
ci hanno shekerato l’anima
montato a neve il cuore
non saprei dire ma qualcosa
dev’essere successo.
Nel silenzio sospeso
in attesa del brontolio profondo
sulle strade fra i campi
la notte è solcata
dagli spettrali lampeggianti
dei mezzi di soccorso,
non siamo soli,certo no!
E allora perché ci sentiamo
così tanto lontani
come se non fosse la nostra
la vita reale, la vera.
Dalla terra riemergono
preistoriche melme sabbiose
mentre sotto le lave premono;
dalle case dirute
le travi indicano il cielo
e nell’azzurro stranamente
chiaro, la stella del mattino
sembra più vicina, e allora
perché noi ci sentiamo
così tanto lontani.



PERDITE

Rappresentava bene
l’ordinato complesso rurale
la realtà del suo tempo,
la casa bassa con la gronda
appena sopra le finestre
piccole, maestose
invece la stalla e il fienile,
gli archi perfetti e le colonne
di marmo di Verona,
ricovero del capitale
prezioso del padrone,
l’altra invece dimora
della famiglia di mezzadri
e prima ancora “al terzo”,
di facile sostituzione
ad ogni San Martino.
Ora la tragica livella
da entrambe mostra il cielo.
Erano case vecchie
e poi ci penserà il padrone,
è vero ma noi tutti
che dalle case e dalle strade
vivevamo il riflesso
di case coloniche
cariche della nostra storia
tanto che ci apparivano
ed erano un poco anche nostre
a noi cosa rimane.
Attrezzi e macchinari
troveranno ancora riparo
sotto prefabbricati
che ci ricorderanno il sisma
e non la nostra infanzia:
noi saremo più poveri
dell’unica nostra ricchezza.

da FRANCESCO MANDRINO - (San Felice sul Panaro - MO) 

25 maggio 2012

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