- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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martedì 21 febbraio 2012

Il faggio bruno



Un bruma mattutina, sulle onde.
Sveglia le piante sotto un cenno primaverile.
Accanto al lago, un faggio.

E quel  faggio bruno... eccolo... io rivedo...
E' ancora là, dove mi portano i ricordi.
Giro intorno alla casa che ora non esiste più.
Sotto il faggio, dove sedeva il nonno,
Rimirava il suo incanto, fatto di rose e ed azalee,
In un angolo stivali di gomma, appena dismessi; 
in tutto questo continuo a cercare di crescere,
La mia stanza non esiste più, come non esiste più 
Lo sguardo del mattino, tuo, che mi saluta.

Tutto si allontana perché sono ricordi di una bambina,
Ma nel cuore mio ora, mi daranno conforto.
Le poche volte che sorrisi 
era nella speranza di lasciare tutto. 
Il mio sorriso è lontano.
Forse, con te.

Vieni a trovarmi in sogno.

(dedicata al mio carissimo nonno, una delle poche persone vere che nella vita è sempre stato buono ed onesto con me, ha esalato il suo respiro tenendomi la mano.  Dopo anni ho capito che di vero c'e ben poco, le uniche sensazioni di verità le ho percepite in passato. Il faggio bruno era nel giardino di casa mia a Biella)
 
da Sabina Barbato - (Como)

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