- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

Per leggere tutte le poesie sinora pubblicate su larioinpoesia: scorri in basso, sino ad incontrare l'ultima poesia.
Noterai la scritta "Post più vecchi". Cliccandola, incontrerai via via tutte le pagine inserite, a partire dal gennaio 2008.

sabato 30 marzo 2013

PASQUA 2013 - Auguri a tutti gli amici di larioinpoesia


A tutti gli amici 
Autori e Lettori di larioinpoesia,

il mio più cordiale augurio per
una serena S. Pasqua 2013!

                         - luciana -




Piove...(eppure...
in questa primavera stanca,
viole e margherite, nei prati
non rinunciano a sbocciare...)

Francesco abbraccia Benedetto
professandosi fratello tra i fratelli.
Al Padre si porge, prega, acclama:
esulta in rinnovata grazia nel perdono.

E nuovamente Pasqua giunge,
chiama nel buio, in istintiva gioia
sommessamente e nel silenzio parla.
A tutti cinge i cuori, in lieto dono.

Gocce di pioggia ed onde del mio lago
s’inebriano mescolandosi nel  vento
al trepido e gioioso messaggio d’Infinito:
al Verbo di speranza, che mai muore.

.
© luciana 
.

lunedì 11 marzo 2013

Pensieri


Pensieri senza una meta,
che nascono e si spengono
nelle volute di nebbia,
che velano il mondo intorno,
che mi nascondono il cielo
intorbidandomi il sole.
Chiudendo gli occhi mi chiedo
com’è adesso la mia luce,
quella ch’è dolce e serena
d’un delicato acquarello,
quella del mio lago lontano,
della conca dei miei monti.

da Emilio Montorfano - (Milano)
. 

So...




stanotte
la mia nostalgia
si riflette sull'acqua del lago
dove la luna
danza con gli gnomi
di ombre patetiche

so
che se ne è andata
senza parole
senza lacrime
con i petali della mia rosa
stretta nella mano
chiusa in tasca

so
che era il mio sogno
il mio respiro
la luce dei miei occhi
...il mio tutto

so
che il suo amore
era solo un gioco
e che le sue parole
mentivano
ma domavano
i crampi del mio amore

e so
che stanotte non posso
come non potei ieri
e non potrò domani
non fare che pensarla
e
amarla


da Giovanni De Simone - (Traona - SO)
.

E poi, sarà la notte



Al di  là della costa,
che percorro solingo,
emerge la visione
dei monti che sorgono
dallo strato dell’acqua
del lago, ch’è silente,
chiuso nel suo riposo.
Si profilan le cime
contro il cielo infuocato
d’un sanguigno tramonto.
Sento sotto i miei passi
un frusciare di foglie
e un cricchiare di rami
rotti sotto i miei piedi.
Fra poco sarà il buio
e,  per tutte le cose,
sarà alla fine notte.

da Emilio Montrorfano - (Milano)


lunedì 4 marzo 2013

Urmai semm restaa in pooc /Ormai siamo rimasti in pochi - (dialetto comasco)




Originale, in dialetto comasco:

Urmai semm restaa in pooc, anzi de menu,
a savè che la Berta la filava,
a redìgurdass del fùm che fava ul trenu
e ul sun, de quand che al cifulava.
Urmai semm restaa in pooc, quasi nisùn,
suta i cinquanta che parla ul nost dialett,
ma mi che o pasaa là anca i cinquantùn,
al scrivi fina in rima, per dilett.
Urami semm restaa in pooc de quela ràza,
che ha forsi vist la “Rùsia”....e la “Bigioeugia”,
che l’è sicùr del a fin che a faa la piàza
e che almen na volta g’han dii “tì brùta loeugia!”
Urmai semm restaa in pooc fina de quei,
che han vista la porta in due g’he sù la rana,
che han vist i pal che fava nà i batèi
e che han parlaa di tètt de la Besana.
Forzi de chi è vint’ann turna la moda,
che fina a mò l’è pasada, senza frenu.
Ma urmai mi credi minga che sa poda:
urmai semm restaa in pooc, anzi, de menu!

                                (Graziano Castoldi)


Traduzione in lingua italiana:

Ormai siamo rimasti in pochi, anzi di meno,
a sapere che Berta filava
a ricordarci del fumo che faceva il treno
e il suono di quando fischiava.
Ormai siamo rimasti in pochi, quasi nessuno
sotto i cinquanta che parla il nostro dialetto,
ma io che ho superato anche i cinquantuno
lo scrivo persino in rima, per diletto
Urmai siamo rimasti in pochi di que!a razza (categoria/ generazione)
che ha forse visto la Russia e la Bigeougia( vecchi quartieri poveri)
che è sicuro di che fine abbia fatto la piazza (fontana de!a piazza)
e che almeno una volta gli hanno detto “Tu, sfaticato/ sfaccendato”
Ormai siamo rimasti in pochi persino di quel!i
che hanno visto la porta del!a Rana
che hanno visto le pale che spingevano i battel!i
e che hanno parlato del seno de!a Besana (prosperosa barcaiola)
Forse fra vent’anni tornerà la moda (di parlare il dialetto)
che fin’ora è passato senza freni
ma ormai io non credo si possa (più)
ormai siamo rimasti in pochi...anzi, di meno.

da Graziano Castoldi - (Como)
.
.

Autunno alle porte



- fotografia: franco a. cavalleri -
 
Come onda che graffia la riva, insinuandosi in ogni anfratto
Come raggio de!’ultimo sole d’agosto, che spegne le foglie fra i rami più alti,
la brezza che spira da ponente mi attraversa, mentre su!’acqua increspata
una folaga, con una zampa spezzata, nuota contro corrente
e i mulinel!i, girando, fanno da cornice a!la montagna riflessa nel lago,
sotto ad un volo di variopinte libe!ule
in cerca di cibo sfuggente e di incerto domani.

da Graziano Castoldi - (Como)
.