- fotografia panoramica: Franco A. Cavalleri -

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sabato 27 febbraio 2010

Mattinata

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Stamattina sopra il lago
scorrono venti leggeri,
che io spero di già forieri
di primavera vicina.
I vapori delle nebbie
Vanno sparendo dai monti
e l'infinito del cielo
sta cacciando le nuvole
dal suo color turchese.
Sopra il tremolar dell'onde,
fende l'acqua solitaria
un'agile vela bianca
sotto il volo dei gabbiani
e i venticelli, men freddi,
sciolgono le ultime brine
sui rami pronti a fiorire.
Anch'io attendo con ansia
la nuova bella stagione
che finalmente mi doni
un'aria mite e serena
per riscaldare le ossa
e rianimare la mente.

da Emilio Montorfano - (Milano)

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venerdì 26 febbraio 2010

Marzo

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Bellagio avvolta nel
grigio rigore di un freddo
albeggiare.

L’inverno e’infinito,
il molo gelato.

Fra poco
l’imbarco,
laggiu’ Cadenabbia

riflette la luce
una timida nebbia
che sale dal lago
bagnandomi il viso,

un poco deluso
rimango a guardare
la luce di questo mattino
e ancora mi pare lontano
il fiorire dell’aurea mimosa,

ma il cor non dispera,
l’inverno e’alla resa
e a vincer sara’ primavera.


n.d.r. - come da norme di collaborazione evidenziate in homepage -
In caso di diffusione personale, si richiede di precisare anche la provenienza web (tratta da www.comoinpoesia.com - a cura di Luciana Bianchi Cavalleri), effettuandone comunicazione a casella e.mail: ventifebbraio@iol.it

da Enrico Bonfanti - (S.Fermo della Battaglia - CO)
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mercoledì 24 febbraio 2010

L'eco

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Triste e malinconico lago
blu inquietante
specchio di nuvole e sole

Dietro un promontorio
piccole onde si perdono
si lasciano morire
risucchiate e perdute.

Barche di pescatori solitari,
si confondono con l'orizzonte,
fissamente interrogano fondali
immaginandone l'essenza.

Il lago,
perla di memorie
i ricordi mi infondono
chiara descrizione.

Memorie calde,
irraggiungibili,
fresche ed ingannevoli,
riconosco ancora
il suono della barca
e della scia che lascia
lungo il suo percorso.

da Micol Amadori - (Como)

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venerdì 12 febbraio 2010

Oltre il lago, oltre la valle (a Natale Palli)

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(a Natale Palli)

La notte racchiude sogni,
li lascia vagare
lungo i viali del cielo,
là dove l'azzurro
ha qualcosa che incanta.
Ti ho incontrato ad un bivio
dove, terribili giganti,
balzano le nuvole all'incontro,
la trappola non ancora scattata,
rosa inesplosa la tua giovinezza.
Troppo angusta la terra
per te che hai nostalgia
di più vasti spazi,
per te che brami
infiniti e silenziosi sentieri.
Su per l'invisibile erta,
in un labirinto di stelle,
volteggia l'ala, fa giravolte,
danza alla musica del vento,
della primavera nascente
ha la freschezza e la forza.
A quel bivio te ne sei andato,
cavaliere del cielo hai seguito
la traiettoria segnata dal fato,
oltre il lago, oltre la valle,
fuori d'Italia, lontano,
a indagare il mistero,
novello Icaro
in un eterno cammino di luce.

da Rosa Maria Corti - (Lenno, CO)
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Nota esplicativa dell'Autrice:
"Una poesia dedicata a Natale Palli ,
il famoso pilota di D' Annunzio che tante volte fu sul nostro lago diretto in Valle Intelvi, culla dei suoi antenati materni, per il quale ho scritto un racconto storico, da pochi giorni in libreria."

n.d.r. :
nell'immagine, un idrovolante plana nello specchio d'acqua antistante l'Hangar di Como;
nell'immagine piccola: Natale Palli e Gabriele D'Annumzio prima di un volo


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lunedì 1 febbraio 2010

La prima nev con ti (La prima neve con te)

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T'hee desligaa su i spall i tò cavei
ch'hinn negher come on'ala de scorbatt.
T'hee me guardaa con quei bei oggioni
inscì verd e grand come quei d'on gatt.
T'hee me sorìs e el fior de la toa bocca
l'è ona lus in de l'ombra de la stanza.
De foeura, sora i tecc e sora el lagh,
l'incomincia a vegnì giò pian la fiocca.
In allegria, come in ona danza
i rizzol de nev vann a deslenguass
su i gerani intristii del me poggioeu
e sora i ond quiett che vegnen a la riva
e anca el me coeur el par adree a desfass
poeu che s'eri convint oramai che incoeu
la sariss stada ona giornada grisa
prima che te me desset sti moment striaa.


[Hai sciolto sulle spalle i tuoi capelli,/ che sono neri come un'ala di corvo./ Mi hai guardato con quei begli occhioni/ così verdi e grandi come quelli d'un gatto./ Mi hai sorriso e il fiore della tua bocca/ è una luce nell'ombra della stanza./ Fuori, sopra i tetti e sopra il lago, / incomincia a cadere piano la neve./ In allegria, come in una danza, / i fiocchi di neve vanno a sciogliersi/ sui gerani intristiti del mio balcone / e sopra le onde quiete che vengono alla riva / e anche il mio cuore sembra sul punto di sciogliersi/ dopo che mi ero convinto che ormai oggi / sarebbe stata una giornata grigia/ prima che tu mi offrissi questi momenti stregati. ]


da Emilio Montorfano - (Milano)

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