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fotografia: Franco A. Cavalleri
Nello scrivere dei versi,
nel cantare la mia terra,
poco ho donato al mio Duomo
che non ho mai smesso d’amare.
Tempio che ho sempre ammirato,
con i suoi marmi chiari
e quelle antiche sculture,
che io ho venerato da sempre.
Ogni volta che supero
la sua soglia per trovarmi
nelle grandiose navate,
è come entrare in un bosco
di penombra e di sussurri,
che hanno visto da secoli
le tante mani congiunte
di peccatori e di santi
nel cercare misericordia
presso la pietà divina.
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da Emilio Montorfano - (Milano)
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