.
Era di buon mattino
in quell’agosto caldo
che ti sentii cantare
di là del mio cortile,
durante le vacanze
in quel gruppo di case
di grosse pietre grigie
raggrumate sul monte
tra l’azzurro del cielo
e la verde frescura
dell’acqua del mio lago.
Alla mia finestra
la tua voce giungeva
dalla casa di fronte
e il tuo canto era dolce
con un senso di pena,
quasi di invocazione:
“Parlez-moi d’amour
Redites-moi des choses tendres”
e quasi mi sembrava
che tanto ti mancasse
la gioia d’un amore
in questo mondo dove
“le chagrin est parfois amère”.
Poi, mentre ti affacciavi
per scuotere dei panni
e sembravi guardarmi
come per un invito,
riprendevi a cantare
“le chagrin est vite apaisé
et se console d’un baiser.”
Sai, ho tanto cercato
d’incontrarti e parlarti
senza trovarti sola
in quella breve estate.
ma sempre con tua madre.
Mi è rimasto il ricordo
Della chioma corvina
E di quel tuo invocare
“parlez-moi d’amour”.
da Emilio Montorfano - (Milano)
.
1 commento:
come appaiono vividi, questi ricordi magicamente ritrovati sulle sponde del Lario...
Posta un commento