Incastrata al buio del palato,
la tua - non vibrante, non apicale - riversa
i suoi fiumi di caldi brividi nel vapore del fiato,
scorre livida e impetuosa come appare agli occhi
(sinestetica, ancora una volta)
e s’inerpica nei corridoi curiosi dei valori tonali
e stupisce di saperti sorridente
e lieve vivo il sangue che pulsa alle guance
.
Lingua è la tua di lago,
di reti scardinate e stanche eppure mai inermi
lastricata di polvere di strada e ricordi sottili,
le polveri che giacciono in attesa portando i significati
all’apice della conoscenza
.
.
Le rive umide dei rivoli d’acqua che si tuffano
sono parentesi di passato sotto i ponti
che schiusi a chi l’illumina sono simboli nuovi,
e questo è il linguaggio per me
di costruzioni semplici, fili d’Arianna,
pulsioni essenziali e vene
.
Saliva, sinapsi e carta
e l’energia della corrente
.
da Eleonora Matarrese - (Lecco)
.
2 commenti:
Affascinata dal tutto compositivo
- ed in particolare, dalla chiusa -
Concordo con Luciana: grandissima poesia.
Daniele
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